Stefano Cattoi
01 giu 2012
Stefano Cattoi Consigliere Delegato della Segheria della Magnifica Comunità di Fiemme

L'ente storico proprietario della segheria è stato istituito nel 1111 d.c.. Custode di antiche leggi e tradizioni si occupa ancora oggi della gestione oculata della proprietà collettiva sul suo territorio. Dei 20.000 ettari di territorio oltre 11.000 sono costituiti da foreste in cui predomina il famoso abete rosso.

Lo stabilimento produttivo è stato oggetto di profonde ristrutturazioni nel corso degli anni, in particolar modo nel 1987 e nel 2006.

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Mi parli della Magnifica Comunità di Fiemme con una filiera completa dalla gestione della superficie boscata di proprietà collettiva fino alla produzione di segati e di semilavorati di qualità?

La Magnifica è una realtà piuttosto conosciuta sul nostro territorio, proprio per le peculiarità ben evidenziate da alcuni numeri: 20000 ettari di territorio gestito sotto forma di proprietà collettiva, di cui 11.000 ettari di foresta, che rappresentano circa un trentesimo della superficie boscata trentina, composti principalmente dall’abete rosso e, in quote minori, da altre specie di conifere (abete bianco, larice, pino cembro).
La ripresa annua oscilla tra i 45 ed 50 mila metri cubi annui tariffari, con un sistema consolidato di programmazione dei tagli da secoli, rispettando le procedure vigenti in provincia di Trento, con la pianificazione assestamentale, le verifiche, controlli e tutto il resto.

Il legname della Magnifica, per la stragrande maggioranza, viene lavorato nella propria segheria. Negli ultimi anni il legname segato è oscillato negli ultimi anni tra i 25 ed 35 mila metri cubi, tolti gli scarti ed il legname non idoneo per le lavorazioni di segheria.

Vengono prodotte soprattutto tavole; a partire dall’87 è stato implementato un sistema di giuntatura e quindi vengono prodotti dei listelli, finger jonted e dei pannelli, che, per una parte, vengono ulteriormente rivestiti con altri materiali legnosi (mdf), semilavorati che occupano un segmento di mercato particolare. Quest’ultimi prodotti sono stati “inventati” per valorizzare il legname più scadente, ovvero la quarta e la quinta scelta delle tavole, materiale da cui vengono tolti i nodi e assemblato.

La Magnifica ha effettuato questi investimenti tra il ’97 ed il ’98; nel 2006-7 ha ulteriormente investito in macchinari, tra cui la segatronchi e l’accatastatore, impegni finanziari corposi assunti in un momento in cui il mercato, in un primo momento, non ha certo premiato gli sforzi effettuati.
Ci troviamo nel 2012 – questo è un sentimento molto comune tra gli addetti ai lavori nel settore in cui si trova ad operare a Magnifica – in un periodo in cui si sente molto la crisi.
Il fatto che l’edilizia soffra la mancanza di liquidità nelle Aziende, pone anche la produzione in grosse difficoltà. Vi è grande incertezza sulla tipologia di materiali da produrre, in quanto il mercato oggi non offre opportunità ed indicazioni sul prodotto su cui concentrarsi. Quando c’è interesse, è quello dell’ultimo minuto. Il prodotto serve “per ieri”, perché le commesse arrivano a singhiozzo e quindi si sta cercando, specialmente, in queste ultime settimane, di resistere.

Si spera che questa situazione sia passeggera, anche se ormai si sta trascinando da troppo tempo per ritenerla tale.
Le analisi dei mercati a nostra disposizione non prevedono svolte nel breve periodo, ponendo gli operatori di fronte a poche alternative rispetto a quella di continuare su questa strada.
Gli obiettivi aziendali per l’anno in corso sono quelli di segare circa 30mila metri cubi, cercando di mantenere inalterato il nostro livello produttivo. Nonostante tutto l’Azienda è riuscita a far ruotare il magazzino – piuttosto corposo - dei segati, a riequilibrare gli assetti della nostra offerta, con effetti positivi sul bilancio. Il problema è che adesso il settore soffre: Voi (la Camera di Commercio) lo vedete anche dagli esiti delle aste a partire da ottobre scorso, che di fatto hanno anticipato le tendenze ormai in atto nei primi mesi del 2012. Il solito “entusiamo” sulle aste autunnali e invernali quest’anno non c’è stato (n.d.r. si vedano i risultati sulla pagina del sito >>link<<), poche le offerte sui lotti e grande cautela nell’approvvigionamento di materiale, anche in Val di Fiemme.
Altro segnale evidente della crisi in atto è il calo dei prezzi del tondame da imballaggio: quando la merce “non gira”, non vi è nemmeno domanda di pallet …

Esiste un punto di forza insito nelle attività legate al settore del legno trentino, in particolare, nella zona della Val di Fiemme, che è l’indiscutibile qualità della materia prima.
Questo fattore può aiutare ad affrontare la crisi in atto ?

La qualità del prodotto legnoso deve potersi vedere, percepire ed apprezzare in modo significativo, altrimenti si è sempre alla mercè della concorrenza di altri territori. Troppo spesso ormai si guarda esclusivamente al fattore economico (prezzo), a discapito della struttura della fibra e della stabilità del legno, che sono le principali caratteristiche qualitative che la Val di Fiemme indiscutibilmente possiede.
La concorrenza delle aree produttive tedesca e austriaca si sente molto.
Negli ultimi due anni questi mercati hanno manifestato evidenti segnali contrastanti, con l’acquisto in Trentino di materiale tondo … Oggi più evidente come nel caso dell’asta di Folgaria, prima in modo più velato attraverso agenti e mediatori in loco. Anche in altre aree alpine (Cadore, Carnia), le grandi segherie tedesche ed austriache acquistano, trasportano e trasformano il tondame italiano e riesportano nel nostro Paese prodotti finiti a prezzi molto concorrenziali.

Le imprese oltre alpe hanno effettuato nel recente passato investimenti ingenti, che devono ammortizzare contenendo i costi fissi, mantenendo costante ed elevato il volume di legname grezzo lavorato; ciò probabilmente perché nella loro principale area di approvvigionamento si è registrato un calo nelle utilizzazioni boschive, con un conseguente aumento del prezzo della materia prima (mentre da noi negli ultimi tempi il prezzo del tondame grezzo è rimasto costante, se non è calato). Sono segnali in controtendenza, che testimoniano che esiste sfiducia tra gli operatori italiani sulle prospettive del mercato nel breve periodo, mentre da loro c’è bisogno di materia prima da lavorare. Trovandone meno “in casa”, vanno ad attingere nelle aree attigue, per poter continuare a lavorare sugli stessi standard, anche a prezzi un po’ più alti.

In occasione della prima vendita di legname di pregio - svoltasi in Trentino lo scorso 1° marzo - la Magnifica si è presentata con una propria offerta e ha anche acquistato un congruo numero di tronchi di qualità per la propria produzione. Le chiedo un parere.

La Magnifica non solo ha partecipato all’evento, ma ha anche chiesto che la manifestazione si svolgesse in Val di Fiemme.
Abbiamo avuto una “grossa cassa di risonanza” per tale evento, che non fa mai male al legno trentino, con risultati un po’ al di sotto delle attese. C’è da lavorare un po’ di più sulla selezione del materiale offerto.
Il target va ulteriormente affinato, puntando ad una maggiore presenza di potenziali acquirenti, anche se so benissimo che, la prima volta, è tutto un po’ più difficile.

Secondo Lei è un’esperienza da ripetere?

Non così. L’organizzazione deve partire un po’ prima, con la definizione di un target mirato, con un’offerta anche molto specifica, concentrandosi magari su trenta tronchi di altissima qualità di legname da risonanza, ad esempio, curandone bene la comunicazione ai potenziali acquirenti.

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